E' sempre la stessa storia, ad agosto, quando le piazze sono ferme perchè quellii dei grandi marchi ed investitori se stanno a godè er resort...Gli sfigatelli che devono fare cassa e i grandi colossi che buttano qualche soldo nella reale possibilità di guadagno tendo a fare le scommesse sui ribassi, in gergo shortselling...e così ogni agosto....
Ora leggete qui un po' come funziona e non vi fate allarmare dai titoloni a cacchio che parlano di borse a picco. In America lo fanno in tanti e di questi tempi ancora di piu'.
E' lo short selling, e si fa se si spera che un'azione vada
giu' invece che su. Amazon, per esempio, ha avuto per mesi,
ed ancora ha, un sacco di gente che gli rema contro: gli shorters.
In questo preciso momento il gigante dei venditori su Internet
conta ben 32 milioni di azioni shortate, il 23.1% del
capitale flottante, cioe' delle azioni disponibili sul mercato.
Ma che vuol dire esattamente shortare e come funziona?
Se un investitore pensa che il prezzo di un'azione sia destinato
a calare, puo' prendere a prestito il titolo da un broker
(anche alcuni brokers on line americani permettono di fare
shortselling...) e venderlo. Naturalmente l'investitore deve
poi ricomprare l'azione sul mercato aperto. Per esempio, diciamo
che prendi a prestito 10.000 azioni il primo ottobre e le vendi
per 10 dollari l'una. Poi il primo dicembre compri le stesse
azioni a 5 dollari l'una perche' sono scese del 50 per cento.
Morale: hai guadagnato 50.000 dollari facendo shortselling.
Ovviamente se le azioni che hai preso a prestito sono salite,
ti tocca restituirle al broker pagandole di piu' e quindi
perdendoci. Lo short e' il contrario del long: uno spera che
calino l'altro che salgano.
Ma sono due operazioni diverse e la prima e' piu' rischiosa.
Vi spiego perche'. Con lo shortselling il massimo possibile
che si puo' sperare e' che un'azione cali del 100 per cento.
Mentre nella tradizionale operazione di borsa (long) una
societa' puo' crescere in modo tendenzialmente infinito.
E spesso sono proprio quelli che remano contro (gli shorters)
a far salire le azioni che vogliono far crollare.
Come accade? Semplice: se Amazon, tanto per fare un esempio,
si mettesse improvvisamente a salire come in effetti
e' successo un anno fa prima di Natale, gli shorters
dovrebbero mettersi immediatamente a comprare azioni
sul mercato per restituirle ai brokers che gliele hanno
prestate, in modo da limitare le perdite.
E quindi Amazon, per effetto di questa corsa, andrebbe su
ancora di piu'. E piu' in fretta.
In generale a me non piace lo shortselling.
Ma se andate a guardare la percentuale di azioni shortate
tra i dati delle societa' Internet B2C piu' tribolate
di questi ultimi mesi, ci trovate una vera persecuzione
di questo tipo:
Priceline (nasdaq-pcln): 10.7 milioni (20.7%)
Etoys (nasdaq-etys) : 12.4 milioni (29.1%)
Beyond (nasdaq-bynd) : 3.5 milioni (23.9%)
In Italia invece:
Ora leggete qui un po' come funziona e non vi fate allarmare dai titoloni a cacchio che parlano di borse a picco. In America lo fanno in tanti e di questi tempi ancora di piu'.
E' lo short selling, e si fa se si spera che un'azione vada
giu' invece che su. Amazon, per esempio, ha avuto per mesi,
ed ancora ha, un sacco di gente che gli rema contro: gli shorters.
In questo preciso momento il gigante dei venditori su Internet
conta ben 32 milioni di azioni shortate, il 23.1% del
capitale flottante, cioe' delle azioni disponibili sul mercato.
Ma che vuol dire esattamente shortare e come funziona?
Se un investitore pensa che il prezzo di un'azione sia destinato
a calare, puo' prendere a prestito il titolo da un broker
(anche alcuni brokers on line americani permettono di fare
shortselling...) e venderlo. Naturalmente l'investitore deve
poi ricomprare l'azione sul mercato aperto. Per esempio, diciamo
che prendi a prestito 10.000 azioni il primo ottobre e le vendi
per 10 dollari l'una. Poi il primo dicembre compri le stesse
azioni a 5 dollari l'una perche' sono scese del 50 per cento.
Morale: hai guadagnato 50.000 dollari facendo shortselling.
Ovviamente se le azioni che hai preso a prestito sono salite,
ti tocca restituirle al broker pagandole di piu' e quindi
perdendoci. Lo short e' il contrario del long: uno spera che
calino l'altro che salgano.
Ma sono due operazioni diverse e la prima e' piu' rischiosa.
Vi spiego perche'. Con lo shortselling il massimo possibile
che si puo' sperare e' che un'azione cali del 100 per cento.
Mentre nella tradizionale operazione di borsa (long) una
societa' puo' crescere in modo tendenzialmente infinito.
E spesso sono proprio quelli che remano contro (gli shorters)
a far salire le azioni che vogliono far crollare.
Come accade? Semplice: se Amazon, tanto per fare un esempio,
si mettesse improvvisamente a salire come in effetti
e' successo un anno fa prima di Natale, gli shorters
dovrebbero mettersi immediatamente a comprare azioni
sul mercato per restituirle ai brokers che gliele hanno
prestate, in modo da limitare le perdite.
E quindi Amazon, per effetto di questa corsa, andrebbe su
ancora di piu'. E piu' in fretta.
In generale a me non piace lo shortselling.
Ma se andate a guardare la percentuale di azioni shortate
tra i dati delle societa' Internet B2C piu' tribolate
di questi ultimi mesi, ci trovate una vera persecuzione
di questo tipo:
Priceline (nasdaq-pcln): 10.7 milioni (20.7%)
Etoys (nasdaq-etys) : 12.4 milioni (29.1%)
Beyond (nasdaq-bynd) : 3.5 milioni (23.9%)
In Italia invece:
Ebbene mentre in Borsa l’azione Banca MPS continua a salire in maniera vorticosa, contemporaneamente aumentano, altrettanto vorticosamente, le “scommesse al ribasso” che, dai dati comunicati da Consob nella giornata di ieri, hanno già superato il 6,7% del capitale della Banca con un trend che non sembra arrestarsi.
Orbene chi sono questi “menagramo” chi sono queste “sanguisughe” che si arricchiranno qualora gli azionisti e tutti i risparmiatori italiani che partecipano all’operazione di aumento di capitale dovessero malauguratamente vedersi deprezzare il loro investimento?
All’investitore medio italiano questi nomi generalmente non dicono nulla, a piazzare la “scommessa” più pesante il fondo Susquehanna, un fondo americano (con sede a Filadelfia) specializzato nel quantitative trading, che da solo ha una posizione ribassista pari al 2,41% del capitale di Banca MPS.
Ma questi qua ce l’hanno con l’Italia? Si direbbe di no, visto che il fondo americano ha solo questa posizione ribassista sul mercato italiano, per il resto va a cercare “spazzatura” da altre parti.
A seguire abbiamo ancora nomi sconosciuti al grande pubblico (ma non dimenticate che sono comunque società con disponibilità colossali), come ad esempio Marshall Wace che ha piazzato una scommessa ribassista sull’1,32% del capitale, oppure Polygon (0,83%).
Ma ecco che, in mezzo a questi nomi, che, come abbiamo detto, ci sono semisconosciuti, ne spunta uno che invece conosciamo benissimo, è il fondo Algebris di Davide Serra che ha piazzato sulla Banca senese una “scommessa” ribassista per lo 0,94% del capitale!!!
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