Alla fine le parole di Briatore avevano un senso, ma probabilmente solo in Italia, perchè è il Paese dove se uno può fregare non lo fa nei confronti di quelli più forti o delle multinazionali, come invece spesso capita agli hackers stranieri, bensì contro i ceti più bassi, quelli più deboli e soggetti ad essere fregati perchè avidi ma ignoranti della materia per cui intraprendono l'attività...
Il Reverendo si era costruito una buona reputazione, in fondo tra tante capre che non sanno fare un c@zzo è più facile emergere e diventare in fretta dei paladini...ovvio che poi tanta esaltazione, spesso ingiustificata perchè derivante da mancata concorrenza, tende a far perdere le misure e pensare di avere possesso di tutto...questa in breve la storia di Uggeri, denunciato presso la procura di Milano il 6 di giugno
“Uggeri adescava gli startupper, sue vittime, durante meeting specializzati o grazie al passaparola e al credito che aveva saputo conquistarsi nel settore, intrattenendo rapporti con gli addetti ai lavori; millantava contatti influenti in noti fondi d’investimento e prometteva di investire capitali, anche personali, convinceva gli startupper a condividere i loro progetti con lui affidandosi alla sua professionalità”. Proponendosi come socio, oltre che mentore.
Lo schema evidenziato dalle denunce era spesso il medesimo, portato avanti almeno dal 2011. Centrali erano la creazione di una società di diritto inglese (ltd), con sede a Londra, e il versamento, da entrambe le parti, del capitale sociale. Uggeri si offriva di anticipare subito i fondi per costituire la ltd, trasferendoli dai suoi conti personali. In cambio i ragazzi avrebbero dovuto poi versare i soldi direttamente a lui. Bonifici veri, che Uggeri ha ricambiato con documenti falsi: copie di bonifici online mai effettivamente arrivati e assegni scoperti.
In pratica un millantore, che si era creato tramite una serie di false informazioni una reputazione invidiabile...grazie alla quale era venuto a contatto con BiTechnology, società svizzera che sviluppa applicazioni...ecco cosa dice di lui un resp. dell'azienda:
“Non aveva un ufficio e riceveva tutti allo Zenzero, ristorante in
zona Fiera a Milano, o a casa. Una persona semplice, genuina, mi ha fatto
conoscere la famiglia“,
. “Agli startupper faceva credere che i ritardi nello sviluppo delle applicazioni e dei software fossero causa nostra, a noi che fossero stati loro a decidere di non proseguire”. In mezzo uno stuolo di offerte, fatture e bonifici falsi emessi con carta intestata BiTechnology, spiega Piazza, e l’auto-nomina, sbandierata in rete, a board advisor della società svizzera. “Quando me ne sono accorto e gli ho chiesto di rimuoverla era restio: fa scena, mi ha risposto. Eppure fino a sei mesi fa su Max ci avrei messo la mano sul fuoco”.
Luca Piazza e Roberto Preatoni sono fra quelli che si accorgono della serialità del sistema. Così una conversazione-sfogo con qualche amico si trasforma in un gruppo Facebook segreto dove oltre 60 fra startupper, sviluppatori e finanziatori entrati nell’orbita Uggeri si conoscono e si coordinano in un’azione legale congiunta rivolgendosi all’avvocato Stefano Borella.
“Sono un tipo bloccante, pericoloso, per me e per tutti quelli che hanno a che fare con me”. E ancora “Ho distrutto tutto quello che ho costruito in questi anni (e con questo la mia famiglia e la mia sudata reputazione) e devo ripartire da zero restituendo tutto quello che ho indebitamente sottratto”. Così Uggeri scrive il 4 aprile a Carlo Crudele e Alice Cimini di PetMe, tra gli ultimi a venire in contatto con “il Reverendo” e il suo sistema. Nella mail si scusa con i due startupper e promette di ridare a tutti i soldi che deve: “Vorrei rassicuravi che non mi occuperò più di startup, se non come mentore o per fare applicazioni“, scrive.
Sono passati quasi tre mesi. Eccolo, solo qualche giorno fa, all’evento Appathon 2014, l’hackathon organizzato da Unicredit che premia la migliore idea di app per il Mobile Banking. Abbraccia startupper, si fa fotografare. Sorridono tutti. Max Uggeri ha i capelli più corti. Però è sempre lui.
Per cui o rimanete in Italia ed ascoltate Briatore oppure vi trasferite all'esteero dove le persone non si mangiano una addosso all'altra e dove l'idea di progetto comune e di sviluppo ha un senso logico e professionaleIl Blog di Elcoche | Pag. 38
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