mercoledì 23 aprile 2014

Scandalo sentenza Barcellona: "Uefa gestita da vecchi magnaccia, regole solo per farsi pagare, chi lo fa si salva"

Scusate ma è proprio questa l'impressione che ne traggo, non riesco a vedere nessuna integrità morale e soprattuto alcuna obiettività in questo modo di gestire il calcio nel mondo.

E' già successo negli scorsi anni con la regola del fair-play finanziario che di fatto ha diviso il panorama calcistico internazionale in due grandi blocchi, quella dei grandi investitori arabi americani o tedeschi o quelli governati da soci...e tutti gli altri, in cui bazzicano anche i club più blasonati...ma che ovviamente in tale disparità di livello economico non possono competere, ne ha fatto le spese anche il Manchester United quest'anno!

E loro cosa fanno? Fissano regole che vengono tranquillamente aggirate da chi ha grandi capitali, ogni tanto battono cassa, ricevono moneta e rimettono tutto a posto, se no, come altro spiegare questi continui voltafaccia che la federazione internazionale compie





 Concesso l'effetto sospensivo al ricorso presentato dal club catalano contro lo stop delle compravendite inflitto dalla Commissione disciplinare della Federazione internazionale

ROMA - Il Barcellona potrà fare il mercato dal primo luglio. La Fifa ha infatti concesso effetto sospensivo al ricorso presentato dal club catalano contro lo stop delle compravendite inflitto dalla Commissione disciplinare della Federazione internazionale lo scorso 2 aprile per violazioni ai regolamenti in materia di trasferimenti di giocatori minorenni.

LA SOSPENSIONE - La sospensione della

sanzione, che prevede il divieto per il Barcellona di operare sul mercato estivo 2014 e quello invernale 2015, consentirà al club blaugrana di operare dal primo luglio, data di apertura del prossimo calciomercato. Il presidente della commissione d'appello della Fifa, Larry Mussenden, ha concesso la sospensiva considerando "la complessità del caso" e il fatto che la stessa commissione "non sembra essere in grado di prendere una decisione a riguardo in tempi brevi per un eventuale ricorso del club al Tas". La decisione dello stop della sanzione è in attesa della sentenza di appello.



Come aggirare il fair play finanziario Uefa e vivere felici

IL FISCAL COMPACT DEL CALCIO

Uno degli argomenti che viene avanzato dalle società che vendono i loro calciatori più importanti è che le cessioni servono per rispettare il fair play finanziario imposto dall’Uefa, l’organo che gestisce le competizioni calcistiche in Europa.
Il fair play finanziario, introdotto per ridurre le enormi perdite che gran parte dei club europei hanno avuto in questi ultimi anni, è una specie di fiscal compact calcistico. Impone che, fino al 2014-15, le società che intendono partecipare alle competizioni europee debbano chiudere i loro bilanci nel triennio precedente con un deficit complessivo non superiore ai 45 milioni di euro (con una tolleranza di altri 5 milioni). Il deficit complessivo tollerato nel triennio scende entro il 2018 a 30 milioni di euro, fino poi, in teoria, ad azzerarsi (sempre fatta salva la tolleranza dei 5 milioni) negli anni successivi. In altre parole, l’obiettivo del fair play finanziario è quello di ancorare le spese ai ricavi delle società stesse. È importante aggiungere che nei costi non vengono conteggiate le spese per costruire uno stadio nuovo e l’investimento in calciatori giovani, così da incentivare le società a investire in attività che diano dei frutti nel futuro.
Quali sono le sanzioni imposte dall’Uefa alle società che non rispettano il fair play finanziario? Si va dalle multe, alla perdita dei premi Uefa previsti per le competizioni europee, al blocco del mercato per una o più sessioni, fino all’esclusione dalle competizioni europee.

UNA REGOLA CHE NON VALE PER TUTTI?


Ovviamente anche il Psg, che è un club francese, è soggetto alla normativa Uefa. Come è possibile allora che Milan e Inter debbano vendere per il fair play finanziario, mentre il Psg, come il Manchester City dello sceicco Al Mansour, continuano a spendere, apparentemente senza limiti? Ci sono almeno tre possibili spiegazioni. La prima è che la capacità di generare ulteriori ricavi sia maggiore per il Psg rispetto al Milan. In altre parole, grazie a Ibra e Thiago Silva, la squadra francese potrebbe aumentare i suoi ricavi da diritti televisivi, incassi dallo stadio, premi Uefa, merchandising. Il fatturato del Psg è oggi molto più basso di quello del Milan (non è tra i primi venti club europei come ricavi secondo Deloitte, mentre il Milan è al settimo posto, dunque questa ipotesi può avere qualche validità. Ma è altamente improbabile che i ricavi futuri del Psg cresceranno nei prossimi anni di una cifra vicina alle spese sostenute in questi anni. La seconda spiegazione è che il Psg sia convinto che alla fine le sanzioni Uefa non saranno applicate. È difficile escludere dalle competizioni le squadre con le stelle calcistiche mondiali, dato che l’Uefa stessa sarebbe danneggiata da una Champions senza City o Psg. Inoltre, il principale promotore del fair play finanziario, il presidente Michel Platini, potrebbe presto rimpiazzare Joseph Blatter alla guida della Fifa e non è detto che il suo successore abbia la stessa determinazione.
La terza è che il fair play finanziario sia aggirabile. Supponiamo che una società controllata direttamente o indirettamente dallo sceicco Al Thani decida di offrire una sponsorizzazione generosissima al Psg, ad esempio in cambio del nome sulle maglie o allo stadio. Questo farebbe aumentare i ricavi e quindi ridurre il deficit, magari fino ai 45 milioni previsti dal fair play finanziario. L’Uefa ha previsto il caso stabilendo che per queste voci occorre mettere a bilancio il fair value. Ma può stabilire qual è il valore “equo” di una sponsorizzazione? Insomma, come tutte le regolamentazioni, forse anche per il fair play finanziario esistono delle modalità per aggirarlo. Lo vedremo tra pochi mesi.
Quello che è chiaro è che in Italia ormai le società sono sempre più legate ai ricavi delle televisioni e che le altre fonti di ricavi (proventi da stadio, merchandising, sponsorizzazioni) non sono al livello di quelle dei migliori campionati europei. Ci vorranno anni per rovesciare questo trend e quindi per un po’ dovremo rassegnarci a vedere i migliori calciatori giocare all’estero. Per fortuna le televisioni fanno già vedere anche la Premier, la Liga e la Bundesliga. E, c’è da scommettere, dal prossimo anno, anche la Ligue 1....continua

Nessun commento:

Posta un commento